Sono le imperfezioni che ci caratterizzano.
- Margaret Mazzantini -
Non trovi che questo pensiero si maledettamente corretto?
Ho sempre pensato di essere diversa dalle altre persone. Non migliore, ma diversa.
Già da piccola avevo le mie idee su come vestirmi, su cosa mi piaceva mangiare e - più grande - quali locali volevo frequentare. Ho sempre detestato seguire il gregge, a meno che non mi fossi fatta un’opinione autonoma su quel determinato argomento.
Una rompipalle, insomma. Eh sì, perché distinguersi ha sempre un costo e spesso coincide con l’essere visti come quelli strani. Ne ho già scritto qui
E anche la stranezza fa parte dell’imperfezione, che per definizione è:
Presenza di manchevolezze o difetti per cui qualcosa non risulta conforme al suo prototipo, ideale o materiale.
Ma quanto sarebbe noioso il mondo se fossimo tutti uguali nell’aspetto e nel carattere?
Ti sei mai chiestə se le tue imperfezioni possono essere, invece, un segno distintivo, un qualcosa per cui gli altri possano ricordarsi di te?
Wabi-Sabi: l’imperfezione giapponese
Questo antica filosofia giapponese invita a un cambio di prospettiva: anziché rincorrere la perfezione a tutti i costi, si dovrebbe imparare ad apprezzare ciò che è imperfetto.
Il Wabi-Sabi alimenta tutto ciò che è autentico poiché riconosce tre verità: niente resta, niente è concluso e niente è perfetto.
- Richard Powell-
Il concetto può essere applicato in ogni ambito della vita, sia quotidiana che lavorativa. Lo scopo di vivere (e accettare) l'imperfezione, infatti, è quello di non opporre resistenza alla vita per trasformarla in energia positiva in divenire.
Wabi è la manifestazione della bellezza nella sua semplicità e incompiutezza.
Sabi è l’elogio del vissuto, il lato bello del trascorrere del tempo.
In questo articolo su Vogue è spiegata molto bene l’intera filosofia.
Wabi-Sabi è un muro scrostato con un fascino antico.
Wabi-Sabi è festeggiare il compleanno anno dopo anno, nonostante gli acciacchi aumentino.
Wabi-Sabi è lasciare i piatti nel lavandino per un po’, se ti dà il tempo di giocare con tuo figlio o di fare una telefonata a una persona cara.
Wabi-Sabi è invitare gli amici a cena anche se non hai fatto la spesa e puoi offrirgli solo pasta in bianco.
Wabi-Sabi sono foglie e fiori secchi (che io uso poi per decorare pacchetti regalo).
WabiSabiCulture: sperimentare l’imperfezione nelle Marche
Poco fuori dalle mura di San Ginesio, uno dei borghi più belli d’Italia, si trova un luogo dove la bellezza e l’eleganza del Giappone vengono completate dalla saggezza del buddhismo tibetano.
WabiSabiCulture ha coniugato tutto questo in un progetto di pace e integrazione che ha trovato la perfetta manifestazione all’interno di un bio-ryokan. Il Centro è ospitalità in perfetto stile zen: tatami e futon su cui dormire, ambienti in armonia con la natura, materiali naturali e sentieri in pietra su cui procedere con attenzione, seguendo il sentiero della consapevolezza, per vivere il momento.
In un angolo riservato del giardino, vicino alla Koma (la piccola stanza del tè), è possibile provare l’ofuro, il tipico bagno giapponese. Si tratta di un’esperienza multisensoriale grazie all’acqua calda che rilassa ed esalta gli oli essenziali del legno di hinoki, di cui è fatta la vasca.
Tutto al WabiSabiCulture è nato per essere un sentiero di pratica giornaliera, che conduce alla consapevolezza e alla scoperta di se stessi. Induce a meditare senza ricevere una risposta immediata ai propri quesiti, come nella migliore tradizione zen.
Ci sono stata parecchi anni fa ormai, ma anche solo guardare le foto delle stagioni che cambiano nel loro giardino è motivo di bellezza.
Ricorda che il modo migliore per sostenere il mio lavoro è commentare e condividere questa newsletter 🙏
I crisantemi gialli, una tisana con la rosa damascena, una cena con amici dopo due settimane difficili.
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
Può capitare che la newsletter finisca in spam. Insegna alla tua posta che ti interessa leggere Positivamente spostandola nella cartella principale.
Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me traveltotaste.net
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)
Il perfezionismo è una gabbia dorata in cui mi sono reclusa da bambini a causa di vicissitudini passate. Pur cercando vie di fuga, ci ritorno quasi sempre. Non sarà semplice evadere, ma la bellezza in effetti, è ovunque, se sappiamo scorgerla.