Quante volte, alla fine dell’anno, hai sentito esclamare “Meno male che è finito quest’anno di m****!”
Magari sei statə tu stessə a dirlo, strematə da 12 mesi faticosi, magari dolorosi. Ma ti sei mai chiestə se davvero è stato un anno orribile o se, invece, tendi a ricordare soprattutto (se non solo) le cose brutte dimenticando totalmente, invece, tutto ciò che di bello è successo?
È davvero difficile, infatti, che siano accadute solo tragedie, ma la mente sa fare brutti scherzi. A meno che non sia tenuta in allenamento: ricordi che l’ottimismo è come il Pilates?
C’è però un metodo semplice per ricordare a te stessə che l’anno passato non è da mandare al diavolo, ma da salutare con gratitudine.
Anche perché, siamo sinceri, possiamo essere certi che quello successivo sarà perfetto così come ce lo immaginiamo? Siamo sicuri che non accadrà nulla di brutto?
Fai così.
Da ora fino alla fine di questo nuovissimo anno, ogni settimana, scrivi su un biglietto cosa è successo di piacevole e mettilo in un barattolo: un luogo che hai visitato, qualcosa che hai imparato, una persona che hai ritrovato…
La prossima notte di Capodanno rileggerai tutto per scoprire quanti momenti fantastici hai vissuto. Nonostante le inevitabili difficoltà.
Il mio primo biglietto riguarda la scrittura di questa newsletter :)
Flower power
Lewis Miller è un designer, ideatore di Flower Flash, un progetto che mira a trasformare gli angoli più inaspettati di NewYork e altre città in opere d’arte attraverso i fiori. Cabine del telefono, bidoni della spazzatura e segnali stradali diventano contenitori per le sue installazioni effimere, che celebrano la bellezza. Anche nel caos cittadino.
Dimentica le diete detox, ma non smettere di allenare la tua mente alla meraviglia, al nuovo, al diverso.
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La pioggia sottile, un abito a righe verdi e blu, due compleanni da festeggiare
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me traveltotaste.net
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)
I biglietti 🥰💛