Questa settimana sarò particolarmente concisa. Un po’ perché sono travolta da idee e incontri da fare, un po’ perché è primavera e ho voglia di stare il più possibile all’aperto. Almeno quando non piove.
Però, anche se sarò breve, voglio darti un paio di consigli per rendere le tue giornate più leggere.
La prima e più importante riguarda l’informazione. Nonostante sia fondamentale restare aggiornati su quanto succede nel mondo, non credo sia necessario essere vittime del costante clima terroristico generato da giornali e tv. Quindi ho scelto di ascoltare ogni mattina - dal lunedì al venerdì - la rassegna stampa Seietrenta di Chora Media: una selezione di news che è bene conoscere, ma raccontate e spiegate senza sensazionalismi. Con intelligenza.
Il secondo consiglio che ho pensato di darti oggi riguarda la capacità di sdrammatizzare.
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Ridimensionare la gravità di un fatto, di una situazione, di una notizia.
Sono sempre stata brava in questo, anche nelle situazioni più dolorose. Scherzare su qualcosa di non piacevole (mi) aiuta a osservare la situazione da un punto di vista diverso, più semplice da affrontare.
C’è lo chiama “umorismo nero”, considerandolo una mancanza di rispetto. Per me invece è un modo per avvicinare cuori e persone. A volte è necessario per sopravvivere.
Nel podcast Lexotan o barzellette? promosso dall’Unione Buddista Italiana, il comico Dario Vergassola - noto ipocondriaco - racconta come riesce ad affrontare le proprie paure facendo volontariato con i pazienti oncologici: durante le sedute di chemioterapia fa loro compagnia, facendoli ridere in maniera non convenzionale. Ma parla anche di ansia e fragilità.
Sono due ore di chiacchiere che ti consiglio sinceramente di ascoltare per piantare dentro di te un seme che, se curato con gentilezza, germoglierà presto.
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Un invito fiorito, la schiena che non fa più male, sapere che una persona a cui voglio bene è felice.
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me: traveltotaste.net | masalastudio.art
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)
Solo il primo consiglio vale già oro