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Ti racconto una delle più sorprendenti e poetiche performance urbane del nostro tempo: il Bombardeo de Poemas del collettivo cileno Casagrande, un’esperienza che trasforma la memoria del dolore in un’esplosione di versi dal cielo.
Cos’è il Bombardeo de Poemas?
Il Bombardeo de Poemas è una performance artistica ideata dal collettivo Casagrande, nato in Cile nel 2001, che consiste nel lanciare migliaia di poesie stampate su volantini da un elicottero sopra città segnate, nel passato, da bombardamenti aerei. L’evento vuole essere una risposta simbolica e pacifica alla violenza della guerra: al posto delle bombe, piovono parole, versi, speranza.
Un gesto poetico e politico
L’idea nasce nel 2001, quando Casagrande decide di “bombardare” di poesie il Palazzo de La Moneda a Santiago, lo stesso bombardato durante il colpo di stato cileno dell’11 settembre 1973. Da allora, la performance si è ripetuta in città come Guernica, Londra, Madrid, Dubrovnik, Milano e, recentemente, Rotterdam. Ogni evento è organizzato in occasione di anniversari significativi, trasformando luoghi di memoria dolorosa in spazi di riflessione e incontro attraverso la poesia.
Come funziona?
Un elicottero sorvola la città e lancia decine di migliaia di volantini, ognuno con una poesia stampata su un lato e la sua traduzione sull’altro.
I testi sono selezionati tra poeti cileni e autori locali, creando un ponte tra culture e lingue.
La performance coinvolge il pubblico in modo diretto: la gente, sorpresa dalla pioggia di versi, si affretta a raccogliere le poesie, a leggerle, a conservarle come souvenir o a scambiarle con altri passanti.
L’evento è frutto di una lunga preparazione logistica e diplomatica, che può richiedere anni di lavoro per ottenere permessi, collaborazioni e traduzioni.
Un impatto che va oltre l’arte
Il Bombardeo de Poemas non è solo una performance spettacolare, ma anche un atto di militanza culturale. Porta la poesia fuori dai luoghi canonici, la restituisce alla piazza, la rende accessibile a tutti, anche a chi non la cerca. Trasforma la memoria collettiva della guerra e della distruzione in un’occasione di bellezza, dialogo e pace. È un gesto che invita a riflettere sul potere delle parole e sulla possibilità di riscrivere il passato attraverso l’arte.
Un esempio italiano: Milano 2015
Durante l’Expo di Milano, il collettivo Casagrande ha realizzato uno dei suoi “bombardeos” più suggestivi: il 26 settembre 2015, piazza del Duomo è stata invasa da una nevicata di poesie, sia cilene che italiane, tradotte nelle rispettive lingue. Migliaia di persone hanno assistito a questo spettacolo inatteso, portandosi a casa un frammento di poesia e, forse, una nuova consapevolezza sul valore della letteratura nella vita quotidiana.
L’ultimo “Bombardeo de Poemas”: Rotterdam, 14 maggio 2025
Il più recente “bombardamento poetico” del collettivo Casagrande si è svolto a Rotterdam il 14 maggio 2025, in occasione dell’85° anniversario del bombardamento nazista che distrusse gran parte della città olandese. L’evento, organizzato in collaborazione con il festival Poetry International, ha visto il lancio di 100 poesie – 50 di autori cileni e 50 di poeti olandesi, ciascuna accompagnata dalla traduzione – su una folla raccolta nella grande piazza Binnenrotte, simbolo della rinascita urbana di Rotterdam. Come nelle edizioni precedenti, la performance ha trasformato un luogo di memoria dolorosa in uno spazio di arte, scambio e riflessione, coinvolgendo la cittadinanza in un’esperienza collettiva di poesia e memoria
Prossimi progetti
Casagrande continua a progettare nuovi bombardamenti poetici in città simbolo della memoria bellica, come Dresda, Hiroshima e Nagasaki, sempre con l’obiettivo di trasformare il ricordo della violenza in un’occasione di incontro e rinascita.
Un velluto blu, una guarigione, un nuovo sticker per il Macbook.
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me: traveltotaste.net | masalastudio.art
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Magnifica idea !!! A quando Torino? A causa della Fiat che produceva oggetti bellici , ha visto la sua parte di bombardieri meno...poetici😱