69 | Cartoline dalla Sicilia: Gibellina
Rinascere dalle proprie ceneri, per diventare più forti
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Oggi ti porto a Gibellina, un paese della Sicilia che ha saputo rinascere dalle proprie ceneri. Letteralmente.
Gibellina: la fenice della Valle del Belìce
Immagina un piccolo paese che, dopo il terremoto del 1968, invece di piangersi addosso, ha pensato bene di chiamare artisti da tutto il mondo e dire: “Fate voi, qui c’è spazio!”
Risultato? Oggi Gibellina è diventata una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.
Ci sono arrivata nell’agosto di due anni fa. La luce calda del tardo pomeriggio giocava con le ombre e nell’aria le note di una celebre canzone di Brunori Sas, che da lì a poche ore avrebbe tenuto un concerto.
Il Cretto di Burri: memoria e arte tra le macerie di Gibellina
Il Cretto di Gibellina, noto anche come Grande Cretto, è un’opera di land art realizzata dall’artista Alberto Burri tra il 1984 e il 1989, completata definitivamente nel 2015. Sorge sul sito dove un tempo si trovava Gibellina Vecchia, completamente distrutta dal devastante terremoto del Belice del 1968, che causò oltre mille vittime e la distruzione di interi paesi nella valle trapanese.
Burri concepì il Cretto come un monumento alla memoria, un “sudario” di cemento bianco che ricopre e ingloba le macerie dell’antico borgo, trasformandole in un’opera d’arte monumentale di circa 80.000 metri quadrati. L’opera ripercorre fedelmente la pianta della città distrutta: i blocchi di cemento rappresentano le case, mentre le profonde fenditure che li separano corrispondono ai vicoli e alle strade del centro storico.
L’intento di Burri non era solo estetico, ma profondamente simbolico e sociale: attraverso questa colata di cemento, l’artista volle “congelare” la memoria storica di Gibellina Vecchia, trasformando la distruzione in un’opera di grande valore culturale e spirituale. Il Cretto è un monumento al ricordo, alla sopravvivenza dello spirito umano oltre la caducità della materia, un’opera che invita alla riflessione sul rapporto tra arte, storia e comunità.
Sculture, piazze e arte ovunque
A Gibellina Nuova ogni angolo è una sorpresa: sculture, installazioni, piazze futuristiche. Qui anche la fermata dell’autobus sembra uscita da una mostra d’arte contemporanea.
Consiglio: cammina senza fretta, lascia che sia la curiosità a guidarti.
Novità ed eventi
Gibellina è stata proclamata Capitale italiana dell’Arte Contemporanea per il 2026. Un riconoscimento storico, il primo in assoluto, che premia la capacità del paese di trasformare la memoria in futuro, coinvolgere giovani, stringere alleanze con istituzioni di tutto il mondo e reinventarsi come città-opera da vivere e abitare.
Nel 2026, quindi, Gibellina diventerà il punto di riferimento nazionale per mostre, festival, rassegne e nuove installazioni: un vero laboratorio creativo a cielo aperto, pronto ad accogliere artisti e visitatori da ogni dove
Gibellina Photoroad – Open Air & Site-specific Festival
Nel frattempo, dal 20 giugno al 20 agosto 2025 si tiene il Gibellina Photoroad, il primo festival di fotografia open air e site-specific in Italia. Il festival trasforma la città in una grande galleria fotografica a cielo aperto, con installazioni, mostre e progetti fotografici che dialogano con l’architettura e le opere d’arte urbana di Gibellina. L’evento coinvolge artisti internazionali e propone un programma di incontri, visite guidate e workshop, rendendo la fotografia protagonista dell’estate gibellinese
Un motivo in più per visitare Gibellina? Il pane cunzato
Dopo tanto girovagare tra opere e sculture, concediti una pausa con un bel pane cunzato: pane caldo, olio, pomodoro, acciughe e formaggio. L’arte si gusta anche a tavola.
La prima grigliata con gli amici, le ciliegie, la baklava
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me: traveltotaste.net | masalastudio.art
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Il mio primo romanzo Agata e le stelle
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Non solo mi è piaciuto , ma lo passerò a mio genero ormai da 30 nel Nord. Grazie Federica