Puntata 10 | Il giardino della mente
Quanto bene fanno i ricordi?
A me fanno molto bene, soprattutto se se ripenso a viaggi, persone incontrate, momenti famigliari durante l’infanzia…
Qualche giorno fa, ad esempio, mi è stato chiesto quale fosse il mio ricordo più bello legato al Natale. Senza esitazione, ho raccontato due situazioni diverse.
La prima è legata a quando, da bambina, ci riunivamo a casa dei nonni Flora e Nando. Quando abitavano ad Aosta, la speranza era che ci fosse abbastanza neve per farne un pupazzo; quando abitavano a Firenze, la felicità del riunirsi era amplificata dalla possibilità di fare un giro in una delle mie città del cuore. Nonna Flora non era una grande cuoca, ma per Natale non mancava mai qualcosa di sfizioso.
Il secondo ricordo risale a venti 😱 anni fa. Era il 25 dicembre 2003 quando, insieme a fratelli, genitori e una cugina, mi imbarcai a Genova per raggiungere Tunisi e, da lì, il deserto.
Un viaggio con i nostri fuoristrada - e notti in tenda - che mi fece scoprire quanto può piovere e fare freddo in un deserto, quanto infinite e luminose siano le stelle in cielo e che un piatto non deve essere per forza eccezionale per essere ricordato per sempre: la pasta pesto e sabbia mangiata la notte dell’ultimo dell’anno rimarrà sempre uno dei ricordi più divertenti.
Ricordare non è necessariamente indulgere nel passato. È tornare per un attimo a qualcosa che ci ha fatto stare bene; i ricordi servono a rammentarci che, anche quando è stato difficile, ce l’abbiamo fatta.
Il giardino della mente
I ricordi arredano la nostra mente, che andrebbe coltivata come un bel giardino. Ci hai mai pensato?
Se coltiviamo rose cresceranno rose. Se seminiamo margherite sbocceranno margherite. Se coltiviamo pensieri (o ricordi) oscuri questi metteranno in ombra anche le emozioni più belle.
Ma attenzione: non si tratta di ignorare i pensieri difficili, basta non coltivarli - tenendoli stretti a sé - e lasciarli andare via.
Il mio giardino lo immagino così (l’ho creato con l’AI)
Il giardino della mente deve essere un luogo di cura e responsabilità. Lo dobbiamo a noi stessi. Puoi approfondire l’argomento qui
Coltivare il proprio giardino significa occuparsi delle proprie cose, senza tentare di prevalere sulle altre persone, vivere in pace e nel rispetto di tutti, lavorare concretamente in modo collaborativo.
Compiti per le vacanze 🙃
Ogni giorno cerca di fare e/o imparare qualcosa di nuovo. Basta solo una parola, presa a caso dal dizionario. Anche in un’altra lingua.
Per esplorare nuovi punti di vista, confrontati con chi ha un pensiero diverso dal tuo. Senza aggressività o presunzione.
Stai un po’ di più all’aria aperta.
Quando mangi, metti attenzione a ciò che hai nel piatto e assapora ogni sfumatura.
Anche Positivamente va in vacanza, ma tornerà tra un paio di settimane con rinnovato ottimismo.
Nel frattempo, grazie con tutto il 💜 per avermi accompagnata fino a qui e se ti manco 😉 puoi sempre mandarmi un’email (non scherzo: se vuoi raccontarmi il tuo ricordo di Natale più bello o la ricetta che aspetti tutto l’anno o quello che vuoi, ti leggerò volentieri)
Arcobaleni 🌈
Abbracciare un’amica lontana, un invito inaspettato, il burro nei biscotti.
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
Chi sono 🎡
Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me traveltotaste.net
I miei libri 📚
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)