Puntata 20 | Essere diversi
Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile. Ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape: il fascismo non li vuole, li vieta, e per questo tu non sei fascista; vuole tutti uguali e tu non sei uguale.
Primo Levi, Il sistema periodico
Alzi la mano chi, almeno una volta, non si è sentito diverso.
Io la alzo per prima perché è da quando sono bambina che non riesco a omologarmi, alle mode, al pensiero… Anche a rischio di restare isolata dal gruppo.
Ho iniziato da piccola a voler scegliere gli abiti da indossare. Mi è stato raccontato che una volta chiesi a mia madre “Ma quando ero piccola chi sceglieva i vestiti per me?”, forse preoccupata che i colori non si abbinassero al mio tono di pelle. Per la Cresima, poi, mi rifiutai di indossare quella triste veste bianca imposta dalla parrocchia - che ci rendeva tutti uguali - e pretesi jeans e felpa arancione.
Al liceo non mi piaceva far parte di alcun gruppo: frequentavo le persone con cui stavo bene ed evitavo feste e locali solo perché “ci andavano tutti”. Insomma, una pecora nera. E per questo sono sempre stata criticata.
Nella psicologia sociale il concetto di “effetto pecora nera” è stato coniato dallo psicologo Henri Tajfel.
“Secondo questa teoria il giudizio e la valutazione del gruppo sugli individui è molto più forte nei confronti degli individui che appartengono al gruppo rispetto a quelli che non vi appartengono. Tale pressione serve a mantenere la coesione del gruppo e permette agli individui a identificarsi gli uni con gli altri (cosa non possibile avendo ideali o comportamenti distanti).
In altre parole si critica ciò che ci circonda o gli altri gruppi per proteggere ciò che identifica e appartiene al gruppo. In maniera ancora più forte si criticano le diversità interne per non correre il rischio che qualcosa possa rompere l’equilibrio del gruppo.” Qui tutto l’articolo
E io non sono mai stata a questo gioco perché la diversità è una cosa meravigliosa. In un’epoca che rifiuta ogni genere di etichette, trovo limitante definire gruppi per religione, etnia, abilità etc: non sarebbe bello attingere, ognuno come preferisce, da ciò che è diverso da noi o dalla nostra cultura?
Tra l’altro, sapevi che maggio è il mese della diversità?
Bianco o nero
In fondo il mondo è pieno di meravigliose sfumature e non sarebbe altrettanto bello se fosse solo bianco o nero.
Ad esempio, io mi considero una persona spirituale. Non religiosa, ma spirituale. Principalmente pratico il buddismo tibetano, ma non disdegno nemmeno i valori di credi religiosi apparentemente diversi come l’Islam. E mi interesso anche di Tarocchi.
Amo la carbonara, la parmigiana e la Bagna Cauda, ma mi piacciono allo stesso modo Dim Sum, Samosa e Ceviche.
Ho un gruppo eterogeneo di amici, con cui fare cose diverse perché loro stessi hanno interessi diversi.
Mia nipote, che ha una sindrome nello spettro autistico, mi ha spinta a conoscere meglio il mondo delle Anime giapponesi, e la ringrazio perché ho scoperto tante storie gentili.
Il diverso non può spaventare, deve incuriosire.
Quelli strani
“Ho fatto un sogno di quelli strani, guardavo un cielo pieno di mani, mani che cercano di costruire un mondo nuovo che possa unire… Mani che pensano, che voglion dire, che non sognavo nel mio dormire… Ma che era un sogno di quelli strani, che mi donava il mio domani…”
Gigi D'Agostino
Non conformarsi, uscire dalle regole della società fa di chiunque uno strano, un diverso.
In un mondo pieno di abiti neri, la meravigliosa Iris Apfel (morta da pochi giorni, a 102 anni) era certamente considerata da molti troppo eccentrica.
L’artista giapponese Yayoi Kusama, invece, era trattata da strana - quella da correggere - dalla madre che vedeva per lei un ruolo nell’azienda agricola di famiglia. Ma lei cominciò a fare arte a 10 anni, dipingendo i suoi caratteristici punti. Alcuni episodi dell'infanzia hanno segnato il suo stile artistico, in particolare Kusama ha raccontato che quando disegnava, da bambina, sua madre arrivava da dietro e le strappava i disegni dalle mani.
Se ci pensi, ognuno di noi può essere strano agli occhi degli altri.
Ma questa settimana ho voluto parlarti di diversità perché ho appena finito di ascoltare un podcast molto interessante, che racconta la storia di Marcella Di Folco, la prima persona trans al mondo eletta a una carica pubblica. Ma è anche la storia di chi, a partire dagli anni Sessanta, ha lottato per il proprio diritto di essere diverso. “Volevamo raccontare una storia che potesse raggiungere più persone possibili, essendo una storia universale che parla di identità, coraggio e libertà” mi ha detto Federico Fabiani, uno dei giovani autori. Un racconto gentile che fa comprendere meglio chi deve scontrarsi, ancora oggi, con la paura, il dolore e, purtroppo, con l’ignoranza: Ascolta Mai Annoiata
Disclaimer sulla foto in apertura: Il Laboratorio la Zanzara è una cooperativa sociale nata a Torino come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale e questi manifesti sono un omaggio ad Antonino, uomo affetto da disabilità psichica che non c’è più, ma che continua a illuminarci con le sue massime di saggezza.
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Arcobaleni 🌈
Un caffè al sole, una gita di lavoro nel Monferrato, la musica Koto
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Chi sono 🎡
Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me traveltotaste.net
I miei libri 📚
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)