Lo scorso anno a dicembre, se già mi leggevi, ti avevo regalato un calendario dell’avvento fatto solo di emozioni.
Lo scopo era quello di mettere attenzione, ogni giorno, su quello che sentiamo e magari sperimentare qualcosa di nuovo o a cui non sapevi dare un nome.
Oggi torno a parlarti di emozione per raccontarti di una persona, ma partiamo dalla definizione del termine.
/e·mo·zió·ne/
Il linguaggio della psicologia definisce l’emozione in modo preciso e tecnico, descrivendola come una reazione affettiva complessa e intensa, piacevole o spiacevole, che spesso si accompagna a una reazione anche di tipo fisico.
- Treccani-
Ho scoperto il profilo Instagram del fotografo Maurizio Adamo quando lavorava per Raptus and Rose e viaggiava con Silvia (avevo parlato di lei qui).
Le sue foto mi hanno sempre incantata per l’eleganza, la sensibilità del punto di vista e la gentilezza.
Gentilezza per cui Maurizio si distingue in ogni gesto e parola, soprattutto nel mare magnum dei Social. E sarebbe bello non doversi meravigliare per questo.
Su questo suo modo di sentire si basa anche il workshop fotografico dedicato all’ascolto del sé per imparare a esprimere la bellezza percepita ma non espressa.
Inoltre edita una newsletter con cui propone stimoli fotografici sempre interessanti, che seguo sempre volentieri e mi spingono a osservare l’ambiente intorno a me attraverso una lente diversa.
La partecipazione a un suo workshop è nella mia wishlist, ma mi piacerebbe anche che in futuro ne organizzasse uno nel mio Masala Studio a Torino (sì Maurizio, è un invito ufficiale 🙂)
4 domande a Maurizio Adamo
Raccontati brevemente: quale percorso ti ha portato alla fotografia?
Il percorso che mi ha portato alla fotografia è sicuramente legato alla mia inclinazione verso la scoperta di luoghi, culture e volti nuovi. Fin dall’inizio, ho percepito la fotografia come uno strumento di esplorazione interiore, più che un mezzo per catturare ciò che è fuori di noi. Per me è essenziale, non posso farne a meno: è il modo con cui restituisco al mondo l’esperienza che vivo. È una questione profondamente spirituale.
Da poco organizzi workshop di fotografia emotiva: qual è stato lo spunto iniziale e quali aspetti sviluppi durante i corsi?
Lo spunto per creare il workshop di fotografia emotiva “Decifra La Tua Meraviglia” è nato quasi inconsapevolmente durante il Cammino di Santiago. In questa esperienza ho incontrato persone che avevano scelto di vivere un viaggio per se stesse, alla ricerca del proprio spazio, spogliandosi progressivamente di tutti i loro ruoli. In quel contesto c’erano più consapevolezza, molta gentilezza e un senso costante di scoperta. Quello spazio che abbiamo trovato e sperimentato rimane, ancora oggi, una chiave fondamentale.
Durante il corso desidero portare ai partecipanti del workshop quella stessa consapevolezza che ho vissuto, offrendo loro la possibilità di trasferire la bellezza del proprio mondo interiore verso quello circostante. Voglio aiutarli a liberarsi dalle insicurezze e a vivere più consapevolmente attraverso la fotografia. Il mio obiettivo è supportare le persone nell’identificazione di uno spazio personale, un luogo interiore ed esteriore in cui possano creare ed esprimersi liberamente.
I feedback che ho ricevuto finora parlano con eloquenza di tutto questo.
Info sul workshop Decifra la tua Meraviglia
Relativamente alle emozioni, qual è - se c'è - il/la tuo/a fotografo/a di riferimento?
Molti artisti mi hanno ispirato, non necessariamente fotografi. Wong Kar Wai, regista di Hong Kong, è quello che in questo periodo sto seguendo con maggior interesse. Sto guardando tutta la sua filmografia, sono partito da "In the Mood for Love".
Domanda obbligatoria, vista la tematica della newsletter: sei un ottimista?
Non mi considero un ottimista, ma nemmeno un pessimista. Credo che tanto l’ottimismo quanto il pessimismo siano modi di proiettarsi nel futuro, come se questo potesse fare la differenza. Invece, è nel presente che possiamo agire. Per me, il presente significa supportare chi mi sta intorno. Credo nelle persone che si impegnano per esprimersi, diventando, poco alla volta, più consapevoli.
La vita normale non mi interessa. Cerco solo i momenti più intensi. Sono alla ricerca del meraviglioso.
-Anaïs Nin-
Un regalo
Credo che trovare nella buca delle lettere qualcosa di bello e scritto a mano sia un regalo prezioso. Quindi, a coloro che mi scriveranno per messaggio privato l’indirizzo postale, invierò un augurio personalizzato ♥️
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Il camino acceso, una nuova conoscenza, gli incontri pre-natalizi
(Se sei nuovo e non sai cosa siano gli “arcobaleni”, l’ho raccontato nella Puntata 1 di Positivamente)
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Giornalista, autrice e, soprattutto, esploratrice. Appassionata di cibi e luoghi del mondo, ne scrivo articoli per giornali e storie per libri. Se fossi un piatto, sarei il cous cous. Pietra miliare della cultura mediterranea vanta origini africane che, però, sono giunte attraverso le nostre isole maggiori fino a Genova. Non guizza come gli spaghetti, non scivola come i maccheroni ma ha una presa rassicurante, conscio del ruolo di aggregazione che gli compete. È sobrio, per gli ingredienti semplici di cui è composto, ma sa essere raffinato, in base alle spezie che gli si abbinano. Per saperne di più su di me traveltotaste.net
Il Cielo di Maiolica Blu - un’insolita storia con la Turchia
Il mio primo romanzo Agata e le stelle
Dalla bagna càuda al sushi. Storia della Torino gastronomica (di cui ho curato la sezione sulla cucina etnica)